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Comune di Cingoli
Cingoli : informazioni turistiche
CENNI GEOGRAFICI
Cingoli è un comune italiano di 10.672 abitanti[1] della provincia di Macerata nelle Marche. Adagiata sulla sommità del Monte Circe o Cingulum a 631 m s.l.m., per la sua posizione panoramica sul territorio marchigiano è denominata fin dai tempi antichi il "Balcone delle Marche". Da una vasta terrazza panoramica, sulle mura castellane di origine medioevale, è infatti possibile godere la vista di gran parte del territorio marchigiano, con la cornice naturale, all'orizzonte, del Mar Adriatico e del Monte Conero.
CENNI STORICI
Di origine forse picena, Cingoli fù a partire dal III secolo a.C. un importante centro romano; intorno alla metà del I secolo a.C. il suo illustre figlio Tito Labieno, luogotenente di Cesare nelle Gallie, la dotò delle infrastrutture necessarie ( foro, basilica, acquedotto, mura e fognature ) per assurgere al rango di municipium. La diocesi cingolana, subentrata come organizzazione amministrativa al municipium con sicurezza prima del VI secolo, fu soppressa presumibilmente sotto la dominazione longobarda e i territori posti sotto la sua giurisdizione divisi tra le più potenti diocesi di Camerino e Osimo. Intorno alla metà del XI secolo Cingoli si eresse a libero comune. Generalmente di parte guelfa, fù sempre fedele al governo pontificio, di cui seguì le sorti politiche e militari. A seguito delle lotte intestine tra le famigli nobili, a partire dagli ultimi anni del XIII secolo subì per circa un secolo e mezzo, fino al 1422, la signoria dei Cima. Con la morte di Francesco Sforza , dalle cui truppe fu occupata nel 1424, Cingoli passò, condividendo simil destino con altre città della Marca anconitana, sotto l'egida dello stato pontificio e così entrando in un lungo e fecondo periodo di pace, durante il quale fiorirono le arti, le lettere e le scienze. Nel 1725 con la reintegrazione della cattedra vescovile Cingoli riotterrà anche il titolo di città e con questo il riconoscimento del prestigio che aveva continuato sempre comunque a mantenere.
LUOGHI D'INTERESSE
Centro e cuore della città è la PIAZZA VITTORIO EMANUELE II su cui si affacciano il MUNICIPIO e la CATTEDRALE. Il PALAZZO MUNICIPALE è un edificio composito, costituito da corpi realizzati in epoche successive: una struttura più antica risalente forse al XII secolo, periodo del costituirsi della città in libero comune, letteralmente avvolta da un edificio di stile rinascimentale voluto nel 1531 dal governatore della città Egidio Canisio da Viterbo - come recita l'iscrizione che corre lungo la cornice del parapetto del secondo piano. Al pian terreno ospita attualmente l'importante MUSEO ARCHEOLOGICO STATALE dove è possibile osservare materiali preistorici, protostorici e romani rinvenuti nell'area comunale. La CATTEDRALE, dedicata a Santa Maria Assunta, sorge sul luogo dove, fino al 1615, si elevava la piccola chiesa di S.Salvatore. L'incapacità della pieve di Santa Maria ( oggi S.Filippo ) ad accogliere un sempre crescente numero di fedeli spinse infatti le autorità ecclesiastiche e gli stessi cittadini ad avviare i lavori per la costruzione di una chiesa più grande e importante, benedetta e inaugurata con la celebrazione della messa nel 1654. All'interno sono contenute numerose opere, tra cui spiccano quelle di Fanelli e del cingolano Donatello Stefanucci.; ; Uscendo, lasciandosi alle spalle il municipio si giunge in VIA DEL PODESTA', dove su uno slargo si affaccia il quattrocentesco PALAZZO CONTI, dell'omonima famiglia nobiliare cingolana. Proseguendo la strada in discesa si può ammirare a destra la facciata, con portale romanico, della CHIESA DI S.FILIPPO NERI. L'edificio, sorgente sulle antica vestigia della pieve di Santa Maria, fu internamente dotato di una fastosa veste barocca per volere dei padri dell'Oratorio di S.Filippo Neri, che nel 1664 ne divennero i possessori. Proprio in questa chiesa vuole la tradizione che San Nicola da Tolentino venne ordinato sacerdote. Tornando in piazza Vittorio Emanuele II, a destra della cattedrale si imbocca VIA FOLTRANI, su cui gettano ombra i bei palazzi rinascimentali appartenuti ad alcune delle maggiori famiglia dell'antica nobiltà cingolana. Poco dopo, scendendo, si apre sulla destra l'ampio piazzale su cui si affaccia la chiesa di S.DOMENICO e il connesso edificio originariamente adibito a convento dell'ordine dei Predicatori. Sull'altare maggiore della chiesa è collocata dal 1539 la grande tela della MADONNA DEL ROSARIO dell'inquieto sublime Lorenzo Lotto, commissionata al maestro veneziano dalla confraternita del SS.Rosario con il contributo del comune di Cingoli. Continuando lungo via Foltrani ci sorprendono d'improvviso le mura del MONASTERO SILVESTRINO DI S.BENEDETTO dentro alle quali venne a formarsi a partire dal XVII secolo il primo nucleo librario dell'attuale biblioteca comunale. Lasciandoci alle spalle l'imponente edificio ecco quasi subito svelarsi il cinquecentesco PALAZZO PUCCETTI, costeggiando il quale si scende, all'ombra di case rinascimentali, lungo VIA DELLO SPINETO che conduce, nel suo concludersi, fuori delle mura cittadine dove ha luogo la extraurbana CHIESA DI SANTA CATERINA D'ALESSANDRIA, risalente al secondo decennio del XIII secolo. Da via dello Spineto ha inizio una piccola via dalle quale si ha la vista del QUARTIERE DELLA POLISENA, il più antico e tipico della città per l' ambiente rustico ben conservato a viuzze scoscese selciate a pietre irregolari e casupole non intonacate, attraversando il quale si ritorna in piazza Vittorio Emanuele II. Lasciando alla propria destra l'edificio comunale si imbocca CORSO GARIBALDI o VIA MAGGIORE, l'arteria principale della città, fiancheggiata da notevoli palazzi nobiliari. Nel XVI secolo questa via fu ribattezzata via Farnesia et Pontificalis quando il cardinale Alessandro Farnese, più volte ospite della locale famiglia Silvestri, divenne papa col nome di Paolo III. A metà circa della via, sulla destra, all'ombra dell'edificio che originariamente ospitava la CHIESA DI SANTA MARIA IN VALVERDE, l'antica FONTANA DEL MALTELPO, restaurata e rivestita dell'impianto allegorico-ermetico attuale nel 1568 per mano dei Lombardi, allievi del Sansovino. Poco dopo, sulla sinistra, si eleva, imponente e splendente nella sua facciata in travertino, il seicentesco PALAZZO CASTIGLIONI, nel quale nacque, nel 1761, e trascorse buona parte della sua vita Francesco Saverio Castiglioni, futuro papa PIO VIII. Prima di concludersi con PORTA PIANA, innalzata in onore di PIO VIII, Corso Garibaldi si apre su di una piccola piazza sulla quale si affaccia l'antica chiesa di S.NICCOLO', costruita poco dopo il 1218 per evitare che i parrocchiani di S.Esuperanzio percorressero durante l'inverno la lunga e disagevole strada per raggiungere la loro chiesa, che rimaneva fuori delle mura cittadine.; ; Ma è fuori le mure cittadine che sorgono i due edifici sacri più insigni di Cingoli, dedicati ai due santi patroni della città: il SANTUARIO DI SANTA SPERANDIA e la COLLEGIATA DI SANT'ESUPERANZIO. Il SANTUARIO DI SANTA SPERANDIA, costruito più volte a partire dal XIII secolo, conserva il corpo incorrotto dell'omonima santa, monaca benedettina nata a Gubbio e vissuta e morta aCingoli nel 1276. Suggestivo il cortile, fiancheggiato da alte mura, che porta fino all'ingresso della chiesa. All'interno si conservano dipinti come Il Miracolo delle Ciliege di Pier Simone Fanelli, la Madonna con Bambino e Santi di Antonio da Faenza e la raffigurazione delle virtù cardinali nelle vele della cappella dell'altare maggiore. La COLLEGIATA DI SANT'ESUPERANZIO è il monumento storico-artistico più insigne di Cingoli. La nuda facciata, di pietra grigia, è adornata di un rosone e di un notevolissimo, e per la fattura e per il significato simbolico, portale romanico scolpito dal maestro Giacomo nel 1295, come si legge nell'iscrizione in caratteri gotici dell' architrave: "Nell'anno del signore 1295, essendo priore Giacomo da Gubbio, maestro Giacomo fece quest'opera." Sulla destra della chiesa si appoggia un lato dell'antico chiostro, retto da pilastri cilindrici e corso da una bassa loggetta. L'interno della chiesa è caratterizzato da un'aula unica ripartita in sette campate, e sul fondo è addossata la tribuna, costruita alla fine del XVI secolo e sorretta da due colonne di stile romanico. Il presbiterio fu rialzato alla fine del XVII secolo per ricavare spazio per la cripta dove ancor oggi si conservano le reliquie del Santo. Si possono vedere numerosi affreschi, un polittico attribuito a Giovanni Antonio Bellinzoni da Pesaro e, nella sagrestia, una tavola con la "Flagellazione" di Sebastiano del Piombo.; ; Tutto ciò, avvolto d'ogni parte, da un incantevole panorama che rapisce immediatamente lo sguardo. Cingoli non finisce certo di stupire!
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Cingoli (Comune) -
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