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Montecosaro : Arte, Storia, Cultura, Prodotti Tipici, Dove dormire, Dove mangiare, Cosa fare nella Provincia diMacerata.

Comuni

Comune di Montecosaro

Montecosaro : informazioni turistiche

CENNI GEOGRAFICI
Campofilone è un comune italiano di 1.934 abitanti della provincia di Fermo.Il territorio del comune risulta compreso tra i 0 e i 275 metri sul livello del mare.
CENNI STORICI
Montecosaro (ab. 5.306), sorge presso la valle del Chienti. In posizione panoramica fu il "Mons Causarius" dell'antichità e insignito nel 1255 da Alessandro IV del titolo di Monte Fedele per le sue prove di attaccamento alla Santa Sede. Fu nel Medioevo castello fortificato ed ebbe lunghe discordie con Civitanova per ragioni di confine. Nel 1407 fu dato in feudo a Ludovico Migliorati, rettore delle Marche per la Chiesa e, nel 1552, alla famiglia Cesarini, della cui investitura fu abrogata nel 1816. Conserva resti delle mura di cinta trecentesche con una porta d'ingresso e la struttura urbanistica seicentesca.
LUOGHI D'INTERESSE
Chiesa di San Rocco:Edificio costruito nel 1447 per sciogliere un voto dei montecosaresi colpiti da una grave pestilenza; abbellita nel 1576 con i magnifici affreschi del catino e dell'arco absidale, eseguiti da Simone de Magistris da Caldarola, incorporò agli inizi dell'Ottocento i due altari laterali, provenienti dalla chiesa di S. Maria del Monte appena demolita. La sagrestia ed il grazioso campanile a vela vennero infine edificati nel1887. La chiesa è a pianta ottagonale, con soffitto a capriate sostenuto da una possente colonna centrale e conserva, nel catino absidale, importanti affreschi attribuiti a Simone de Magistris. Nella piazza sorgono la Collegiata, che custodisce un Crocifisso ligneo del secolo XIII, e la settecentesca chiesa di S.Agostino, che ha un reliquiario della Santa Croce, in stile gotico, opera del XV secolo.; ; Basilica di Santa Maria a pié di Chienti (detta Chiesa dell'Annunciata): Nella zona esisteva anticamente un monastero dipendente dall'Abbazia di Farfa. Qui verso la fine del secolo IX, veniva eretta l'attuale chiesa che un'altra fonte fa risalire al secolo precedente allorché Carlo Magno, battuti i Saraceni nelle vicinanze, l'avrebbe fatta innalzare a ricordo della vittoria. La tradizione vuole che nel convento riparasse, nel 964, Guido, quando apprese la resa del padre Berengario in armi contro Ottone I. Sembra vi sostasse anche l'antipapa Callisto e che con un peso al collo venisse gettato da Ottone in un pozzo da cui sarebbe uscito miracolosamente. La chiesa restò in possesso dell'Abbazia di Farfa sino al 1477, anno in cui Sisto IV la concedeva, dietro richiesta di Giulio Da Varano, all'Ospedale di S. Maria della Pietà di Camerino. I moderni, accurati restauri l'hanno riportata all'antico splendore. I primi dati storici della basilica risalgono al 936 ma si ipotizza la sua esistenza già in età longobarda. Un recente intervento ha in parte ricreato l'antico paesaggio vegetale che circondava il complesso ai tempi in cui i monaci farfensi bonificarono la paludosa Val di Chienti. Due epigrafi, poste nell'atrio e all'interno della facciata, ci riferiscono che la gran parte dell'attuale struttura venne edificata per volere dell'abate Agenolfo e consacrata nel 1125. Ci troviamo di fronte ad una tipica architettura cluniacense e soprattutto ad una riuscita mediazione tra stile longobardo e borgognone. La facciata, alquanto rimaneggiata, conserva sul margine destro una meridiana del XII secolo. La Nel minuto campanile a vela che sovrasta la parete sud dell'abside si trova la stessa campana che dal 1425 richiama i fedeli alle funzioni. Oltre alla data di fusione, reca impresso il più antico stemma comunale finora pervenuto. L'INTERNO è a due piani sovrapposti con matronei, soffitto a capriate e finestrelle in alabastro. La parte absidale è caratterizzata da tre cappelle radiali absidale. Le tre navate con archi scanditi da lesene sono nel più puro stile lombardo come la parte absidale è in perfetto stile borgognone. Un tempo le pareti della chiesa dovevano essere ricoperte da affreschi, ma l'umidità ne ha danneggiato una parte consistente. Nella chiesa superiore il numero di affreschi sopravvissuti è maggiore. Il ciclo più interessante è quello dell'abside, del 1447; vi sono narrate le scene dell'infanzia che culminano nel Cristo in trono racchiuso in mandorla.

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